Mercati Asiatici: questi sconosciuti

Piccolo doveroso preambolo

Un saluto a tutti voi,

Vorrei partire subito con una domanda: “quando pensate ai Paesi asiatici relazionati al vino cosa vi viene in mente? Che idea avete? Come pensate un vino venga percepito, scelto, acquistato, venduto e bevuto (soprattutto)?”

Iniziamo con calma e dall’inizio. Con questo mio semplice scritto vorrei darvi una mano a districarvi in questa parte del mondo tra le varie dinamiche e aspetti del mondo del vino.

Dopo piu’ di 25 anni passati tra Italia e quei Paesi a trovare la chiave di volta per far si che il vino di qualita’ italiano nelle sue varie appellazioni e declinazioni, possa finalmente essere capito, compreso, amato e desiderato, vorrei darvi alcune tips derivanti solo dalla mia esperienza.

Prima di tutto mi scuso per la mia scrittura. Non sono un giornalista, uno scrittore, comunico meglio a voce ma mi piace mettere nero su bianco quello che penso…vi chiedo un po’ di pazienza nel leggermi 😊

Quindi che risposta potete dare alla mia domanda qui sopra?

Ovviamente vi aspetto nei commenti qui sotto. Mi raccomando ci tengo.

Quello che posso da subito dirvi e’ che ogni mercato in generale nel Mondo ha naturalmente le sue dinamiche, dovute alla propria cultura o al mix di culture presenti, alla propria storia, alla propria tradizione culinaria, alla tipologia di cibo, al clima e non da ultimo al gusto proprio della popolazione locale.

Poi bisogna anche considerare le legislazioni differenti e anche le differenze di religione che in alcuni ambiti possono piu’ o meno influire sul consumo di bevande alcoliche o anche di particolari cibi.

Insomma per comprendere per bene “L’ASIA” come mercato per il nostro vino, e’ necessario prima conoscere i vari aspetti dei diversi Paesi presi singolarmente.

Singapore – Marina Bay

Si puo’ conoscere studiano oppure viaggiando. Io personalmente ho sempre optato per la seconda. L’ottimale sarebbe un mix delle due. Indubbiamente il viaggio in se ci apporta emozioni, immagini, odori e relazioni umane che difficilmente uno studio potrebbe trasmettere.

Soprattutto poi quando si ha a che fare con un prodotto come il Vino che e’ in se un compendio di storia, tradizione, natura, scelte, progetti, fatica, sogni e lavoro, non bisognerebbe mai dividere lo studio dall’esperienza.

Personalmente tutto quello che ho imparato nel mondo del Vino l’ho prima di tutto vissuto come esperienza personale. Fondamentale e’ conoscere tramite l’esperienza e come meglio di viaggiare puo’ aiutarci in questo.

Viaggiando e cercando di capire facendo proprie le varie caratteristiche e peculiarita’ di ogni singolo Paese, luogo possiamo davvero conoscere a fondo gli ambienti e gli operatori dove e con cui andremo ad sviluppare il nostro lavoro, che e’ pur sempre per me anche una passione (anche su questo aspetto, quello della pasisone, scrivero’ due righe in un altro articolo).

Trade Tasting

Ecco qui una piccola introduzione a cui seguiranno altre articoli in cui parleremo piu’ dettagliatamente die vari Paesi piu’ interassanti per il mercato del vino.

Quindi state, come si dice, sintonizzati, collegati per le parti successive.

Un grazie e ricordatevi #salutesempresalute

Un Caro Saluto,

Domenico

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LE REGOLE DEL GIOCO

Come ho cominciato, come si comincia, un progetto che poi diventa IL PROGETTO???

Come lo si porta nel MONDO???

A pensarci dopo praticamente 28 anni mi sembra tutto cosi’ chiaro, limpido e cosi’ semplice. Adesso tutto e’ piu’ eveidente, ma quando e’ iniziato il viaggio non lo era per niente.

Sinceramente devo pero’ anche dire di non aver mai sofferto questa decisione, di non averla mai vissuta con ansia e preoccupazione, ma solo con entusiasmo e con un pizzico di incoscienza.

Era SEMPLICEMENTE giusto farlo.

E io ci sono stato a questo gioco e alle sue regole. Seguirle mi ha dato soddisfazioni incredibili.

Sono sempre stato, cosi’, pronto a buttarmi. Non ho mai avuto problemi nel gestire il rischio di nuove situazioni e non ho mai pensato troppo ad un possibile insuccesso o delusione. Non so se sia giusto o sbagliato ma tant’e’.

Ma come e’ cominciato tutto?

Cronologicamente si puo’ mettere il 1996 come data di inizio della mia avventura di “agente”, “venditore”, “ambasciatore”, “comunicatore”, “cantastorie del vino” in Paesi lontani….fate voi, usate la parola che piu’ vi aggrada.

Un produttore a cui sono legato in modo indissolubile (ho messo la foto e un frase nel mio primo articolo) e da un affetto vero e sincero, Domenico Clerico, si definiva “Passeggiatore di Vigne”. Ecco questa definizione calza a pennello. Il mio viaggiare per il Vino e con il Vino e’questo PASSEGGIARE.

E I motivi per cui ho iniziato tutto questo derivano sicuramente per prima cosa da cio’ che la mia Famiglia ha sempre fatto.

Avendo un Papa’ enologo, classe 1943, diplomato all’Enologica di Alba nel 1963, quando questa iconica scuola era il punto di riferimento, era “la Scuola” enologica con la S maiuscola, mi ha certamente facilitato nella scelta di un cammino.

Ma passare dai primi passi come venditore in Italia, nella zona di Milano, a luoghi come Singapore, Hong Kong, Giappone, Corea del Sud, Indonesia, Taiwan, Tailandia, Malesia, Cina e vari Paesi in Est Europa alla fine degli anni 90′, quando praticamente nessuno all’epoca lo faceva e’ stato un bel cambiamento.

A pensarci bene alla fine si tratta di fare le stesse cose, se vengono fatte per bene e con coscienza. Se fatte lontano da casa, dagli affetti, per lunghi periodi, fatte in una lingua diversa e rivolte a persone con culture e mentalita’ diverse, ma pur sempre le stesse cose…si parla sempre di campagna, vigne, uva, vino, produttori, di filosofie, di sogni e visioni e soprattutto di progetti a lungo termine.

Ecco, questo punto, e’ il fondamento per me del mio lavoro e del mio stesso progetto professionale di vita e cioe’ bisogna sempre lavorare pensando a lungo termine, pensando che quello che fai adesso avra’ frutti nel tempo e che dureranno, e’ come muovere a scacchi gia’ vedendo molte mosse avanti.

Il lavorare per costruire a lungo termine relazioni di lavoro e personali fa si che non ci si leghi a mode, trend e situazioni troppo variabili nel tempo. Fa si che la tua professionalita’ venga riconosciuta nel tempo.

Per far tutto cio’ non bisogna pero’ dimenticare che le basi devono essere solide. Basi fatte di conoscenze, di esperienze, di sapere discernere, di disponibilita’, di sensibilita’, di continua sperimentazione e soprattutto basi rette dall’essere sempre e comunque una brava persona.

In questo si basa la nostra vita. Non e’ possibile per quanto riguarda me avere successo, fare qualsiasi cosa di buono, avere relazioni autentiche se prima non si e’ “BRAVE PERSONE”.

E intendo brave persone per come e’ inteso dai nostri Genitori e lo era dai nostri nonni: a 360 gradi.

Quello che sto scrivendo potrebbe essere considerato “vecchio”, banale, o come si dice oggi da boomer, ma, ragazzi, senza essere delle persone brave, oneste, sincere, attente e disponibili, non si puo’ arrivare a nulla che possa essere chiamato GRANDE, UNICO, BELLO, DI VALORE, DI SPESSORE, DUREVOLE…

Non si puo’, semplicemente, onestamente.

Alla fine Tutti possono riuscire nei loro sogni e progetti, basta averli (prima cosa :)) e sapere che le regole ci sono e vanno accettate, rispettate e seguite…E Il resto viene da se.

#salutesempresalute

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